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Giovedì, 28 Mar 2024

Con una lettera inviata lunedì scorso ai dipendenti, ai direttori di dipartimento e ai direttori di istituto, Massimiliano Di Bitetto, direttore generale del Consiglio nazionale delle ricerche, ha comunicato di aver rassegnato le dimissioni dall’incarico, che gli era stato conferito dal cda dell’ente il 4 ottobre del 2016.

A poco più di un anno dalla nomina, che si sarebbe dovuta protrarre fino alla scadenza del mandato quadriennale del presidente (15 febbraio 2020), Di Bitetto ha deciso di gettare la spugna e di rinunciare al prestigioso e ben retribuito incarico (120.000 euro lordi annui, comprensivi di tredicesima mensilità, oltre a una retribuzione di risultato massima di euro 60.000).

Quali i motivi della decisione? L’ormai ex dg cerca di spiegarli nella predetta missiva, facendo riferimento a non meglio precisati “attacchi personali reiterati e offensivi degli ultimi mesi hanno inciso profondamente sulla serenità necessaria a svolgere il prestigioso incarico … con il rischio da qui in avanti di rendere meno efficace la mia azione”.

“Ho l'intima convinzione – prosegue Di Bitetto - di aver sempre operato in modo corretto e leale, con coscienza e perseguendo l'interesse esclusivo dell'Ente. Ho agito sempre in buona fede e garantito fin dal primo giorno del mandato la piena collaborazione nei confronti degli Organi del CNR e, di recente, verso chiunque sia stato chiamato ad appurare la realtà dei fatti riguardo alla serie di notizie apparse sulla stampa e oggetto di un’iniziativa giudiziaria”.

E forse potrebbe essere stato proprio questo ultimo particolare a indurre lo stesso Di Bitetto a “prendere atto di come ai vertici dell’Ente sia venuto meno quel clima di fiducia reciproca che è condizione essenziale per svolgere proficuamente l’incarico di Direttore Generale”.

L’ex dg, infatti, risulta indagato dal maggio scorso, insieme ad altri sei, per associazione per delinquere finalizzata al peculato, nell’ambito di una indagine del pm Ida Frongillo della Procura di Napoli sulla distrazione di fondi dell’Istituto Ambiente Marino Costiero del Cnr del capoluogo campano, vicenda della quale nei mesi scorsi si è occupata la trasmissione d’inchiesta Report, con due servizi andati in onda su Rai3 il 27 marzo e il 5 giugno.

All’indomani del primo dei due servizi giornalistici, c’era stata anche una presa di posizione della ministra Fedeli, titolare del Miur, che aveva dichiarato: «Non appena informata del servizio, esercitando i nostri poteri di vigilanza, ho chiesto al presidente Massimo Inguscio di attivarsi subito perché si possa fare piena chiarezza su quanto realmente accaduto e di informarmi al riguardo. Di fronte ad accuse come quelle emerse nel corso della trasmissione televisiva di ieri bisogna essere tempestivi e dare risposte esaustive».

Immediata la replica del presidente del Cnr, con un comunicato apparso sul sito dell’ente, che assicurava che sulla vicenda sarebbe stata fatta la massima chiarezza e che sarebbero state «intraprese tutte le eventuali azioni del caso anche a tutela delle oltre 8 mila persone del Cnr che da sempre si dedicano alla ricerca con passione, serietà e correttezza».

Ad oggi, non è dato sapere quali risultati abbiano prodotto le iniziative interne del Cnr per fare luce sull’incresciosa storia, mentre la Procura di Napoli prosegue nelle indagini, che potrebbero portare all’archiviazione del fascicolo d’inchiesta oppure alla richiesta di rinvio a giudizio di tutti o di alcuni degli indagati.

Ora, però, il Cnr dovrà cercare un altro direttore generale e, per farlo, dovrà nuovamente ricorrere a una call pubblica, come era avvenuto per la scelta di Di Bitetto, adesso tornato al suo status di dirigente tecnologo dell'ente di piazzale Aldo Moro. Nel frattempo, spetterà al presidente Inguscio individuare un direttore facente funzioni, sul nome del quale già circolano le prime indiscrezioni che parlano di Giambattista Brignone, dirigente di II fascia, al Cnr dal 12 gennaio 2015, e di Angelo Grisanti, anch'egli dirigente di II fascia, in servizio a piazzale Aldo Moro dal 1° gennaio 2011, dopo essere stato dal 1998 al 2010 - sempre come dirigente - in forza all'Insean (ente di ricerca incorporato ex lege dallo stesso Cnr).

Ma ad avere ottime chance sarebbe anche la dottoressa Annalisa Gabrielli, dirigente di II fascia, in forza al Cnr dal 12 gennaio 2015, che attualmente è a capo della direzione centrale gestione delle risorse umane, un gradino al di sotto della direzone generale.

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AGGIORNAMENTO DELLE ORE 16:00 DEL 30 NOVEMBRE 2017

Con decreto d'urgenza n. 71, adottato nella tarda mattinata di oggi, il presidente del Cnr ha nominato, con effetto immediato, il dottor Giambattista Brignone Direttore Generale facente funzioni del Consiglio Nazionale delle Ricerche, fino alla data di completamento della procedura di reclutamento del nuovo Direttore pleno jure.

Al dottor Brignone compete, per il periodo di svolgimento delle predette funzioni, una integrazione della retribuzione attualmente percepita nella misura della differenza con il trattamento economico riconosciuto al Direttore Generale.

Fino alla data di completamento della predetta procedura di reclutamento del Direttore Generale (che dovrà essere ancora bandita), il dottor Brignone mantiene ad interim gli incarichi di dirigente dell’Ufficio Affari Istituzionali e Giuridici, di dirigente dell’Ufficio Comunicazione Informazione e URP nonché di dirigente dell’Ufficio Relazioni Europee e Internazionali.

Il decreto de quo è immediatamente efficace ma non definitivo in quanto dovrà essere sottoposto a ratifica nel corso della prima riunione utile del Consiglio di amministrazione.

 

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