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Sabato, 20 Apr 2024

Storia della filosofia greca, medioevale, moderna di Luciano De Crescenzo, editore Mondadori, Milano, 2018, pp. 739, euro 16.

Recensione di Roberto Tomei

Millenni di storia, dai presocratici a Kant, scritti con amore e amabile leggerezza, fanno del libro un unicum nel panorama delle nostre storie della filosofia. E invero, quando si parla di filosofia, si fa di solito riferimento a qualcosa di quasi sempre aulico e noioso, da trattare con attenzione e non alla portata di tutti. Ebbene, nel caso del libro che presentiamo, avviene proprio l’opposto.

Nel solco dei grandi divulgatori, che in Italia si contano sulle dita di una mano, De Crescenzo riesce, infatti, nell’impresa di far avvicinare tutti, ma proprio tutti, sol che ne abbiano voglia, ai grandi temi del pensiero filosofico, spiegati peraltro non solo con semplicità ma anche in modo accattivante, sicché, una volta che si è iniziato a leggere il libro, nemmeno ci si accorge di essere arrivati alla fine, tanto ogni pagina ha finito per tirar l’altra.

Sfogliando il libro è come se tra l’autore e i filosofi vi sia stata una consuetudine di vita, se non proprio un’amicizia, quel tipo di rapporto, insomma, che i greci avevano con i loro dei, con i quali, all’occorrenza, riuscivano a interloquire anche più di una volta al giorno, cercando di intenderne il pensiero, che comunque era quasi sempre più facile da decifrare rispetto a quello di certi filosofi.

Quello che di sicuro non si trova in nessun’altra storia della filosofia è la, se non continua, quanto meno ricorrente incursione nel presente, che viene operata attraverso il richiamo, che è in realtà un personale ricordo dell’autore, a personaggi vissuti nel secolo scorso, ma in qualche modo da ricondurre alle correnti filosofiche del passato.

Sarà che, come spiega l’autore, al di sotto del Volturno discendiamo tutti dai Greci che tanti secoli fa colonizzarono il nostro Meridione, sta di fatto che molti dei “filosofi contemporanei” ricordati da De Crescenzo vengono in un modo o nell’altro ricompresi in qualche scuola greca. Del resto, l’amore per la Grecia dell’autore si percepisce chiaramente anche dal fatto che quasi metà del libro è dedicata al pensiero greco. Accade così che, tra Anassimene e Pitagora (dall’autore definito “superstar"), si insinui un Peppino Russo, come tra Eraclito e Senofane un Tonino Capone e tra Empedocle e Anassagora un Gennaro Bellavista (già protagonista del più grande successo di De Crescenzo, ossia “Così parlò Bellavista”). Ma, al di là di questi personaggi, di cui l’autore spiega il motivo dell’appartenenza a questa o quella scuola filosofica, molto godibili sono anche altri squarci di vita napoletana, come quello dedicato all’avvocato Tanucci e alla risonanza dei processi nella città partenopea.

Insomma, un libro da non perdere: chi conosce già la filosofia si può divertire; chi non la conosce, vi si può avvicinare senza troppa soggezione.

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