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Il comunicato dell’Ispra n. 605 del 6 febbraio scorso avverte il personale che sul sito dell’Istituto c’è una nuova sezione, intitolata “cheIDEA”, dove su fondo bianco campeggia una bella lampadina colorata.
Il comunicato dell’Ispra n. 605 del 6 febbraio scorso avverte il personale che sul sito dell’Istituto c’è una nuova sezione, intitolata “cheIDEA”, dove su fondo bianco campeggia una bella lampadina colorata.
Il 2 febbraio scorso, dopo oltre sette mesi di silenzio, che i ripetuti fragorosi scampanellii di Usi-Ricerca non sono riusciti a rompere, il presidente dell’Istat Giorgio Alleva (insediatosi a luglio 2014) ha convocato le organizzazioni sindacali con un ordine del giorno alquanto surreale: stato delle relazioni sindacali e della contrattazione integrativa.
Nemmeno si può dire tanto tuonò che piovve, trattandosi di un evento annunciato. Finito il tempo dell’attesa, nella legge di stabilità (l’ex finanziaria) si è celebrato il matrimonio, non certamente di interesse, visto che non c’è proprio niente da guadagnare per nessuno, tra il Cra e l’Inea.
Per la nomina del direttore generale dell’Istat, avvenuta la scorsa settimana, si è assistito a un tuffo nel passato, quando la Res pubblica era tale solo a parole, dato che le dinamiche dei pubblici poteri si svolgevano sempre in forme oscure e segrete, onde si parlava di arcana imperii.
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