Nell'estate del 1976, H. Tazieff, G. Marinelli e L. Villari diedero corpo ad un intento che era stato accarezzato per lunghi anni, nel pieno spirito dell'iniziativa sorta a Catania dieci anni prima e sviluppata dal Cnr con la creazione del Laboratorio Internazionale di Ricerche Vulcanologiche (divenuto in seguito Istituto Internazionale di Vulcanologia). Era il tempo in cui la ricerca scientifica veniva affrontata con la positivistica finalità del "progresso della conoscenza" e non era ancora ridotta alla pedissequa e miope applicazione di tecnologie avanzate ed alla moda. L'iniziativa, sostenuta con determinazione dall'Unesco, si collocava in un contesto ideale per due fondamentali requisiti: l'Etna, vulcano tra i più attivi e facilmente accessibili del nostro pianeta e la preziosa presenza a Catania del Prof. A. Rittmann, riconosciuto padre della vulcanologia moderna.
Il progetto venne maturato dopo un approfondito confronto, giovandosi del contributo di competenti vulcanologi di varia nazionalità, e la scelta del sito in cui realizzare un Osservatorio Vulcanologico permanente cadde su Pizzi Deneri, sul versante nord-orientale dell'Etna, per la prossimità ai crateri sommitali del vulcano, in stato di attività persistente, e per la posizione di adeguata sicurezza rispetto alle possibili minacce di invasione lavica.
Una siffatta realizzazione avrebbe fornito alla comunità scientifica una formidabile palestra per la formazione di giovani ed appassionati ricercatori e per la prolungata applicazione di efficaci strumenti di osservazione dei fenomeni vulcanici.
Dopo più di trent'anni, si è manifestata la necessità di ristrutturare l'importante Osservatorio, passato nel 2000 dal Cnr all’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Nonostante il grande l'impegno profuso negli anni passati e l'ottenimento di un ingente finanziamento ad hoc attraverso un progetto Pon del Miur, denominato VULCAMED, oggi si sta procedendo a un intervento di manutenzione conservativa, utilizzando fondi ordinari assegnati alla Sezione.
Probabilmente, con gli stessi soldi altri importanti interventi conservativi si sarebbero potuti effettuare alla Sede dell’Ingv di Piazza Roma che ha problemi di stabilità strutturale dei balconi che, da più di un anno, pericolosamente incombono sulle teste dei dipendenti, come già riferito dal Foglietto.
La Direzione dell’Osservatorio Etneo, viste le difficoltà incontrate per la ristrutturazione dell’Osservatorio, non più nella disponibilità patrimoniale dell’Ingv, come di seguito specificato, e dati i tempi ristretti per l’esecuzione dei lavori vincolati alla durata del progetto dopo aver ottenuto il comodato d’uso gratuito, si è premurata di informare il MIUR chiedendo una specifica proroga, vista l’unicità e l’importanza che riveste l’Osservatorio per l’Ingv?
Se si non si capisce perché l’intervento di ristrutturazione non è stato portato a termine, viceversa è giusto far conoscere i motivi e il perché i fondi destinati all’Osservatorio sono stati spesi in modo differente da quanto previsto e approvato nel progetto VULCAMED.
Dato che non ci si aspetta alcuna risposta dal Miur, visto che pubblicazioni ben più autorevoli della nostra, come Le Scienze, non hanno ricevuto risposte alle domande fatte su come sono stati gestiti i 7 miliardi di euro prevalentemente di fondi europei dei Pon Ricerca e Competitività 2007-2013, si spera che il Direttore dell’Osservatorio Etneo e i vertici dell’Ingv siano più disponibili a dare risposte convincenti.
Come riportato in alcuni documenti, i fatti.
L’Osservatorio Vulcanologico di Pizzi Deneri a Linguaglossa rientra tra le sedi strategiche dell’Ingv sia per scopi di monitoraggio/sorveglianza che di protezione civile per l’attività eruttiva dell’Etna.
Nel 2012, grazie all’approvazione del Progetto VULCAMED, “Potenziamento strutturale di centri di ricerca per lo studio di aree VULCAniche ad alto rischio e del loro potenziale geotermico nel contesto della dinamica geologica e ambientale MEDiterranea”, nell’ambito del Programma Operativo Nazionale Ricerca e Competitività del Miur, l’Ingv Sezione di Catania disponeva dei fondi necessari alla sua ristrutturazione (ca. 1,1 Ml€) e al potenziamento delle strumentazioni ivi allocate.
Ciò avrebbe permesso di realizzare un Osservatorio Vulcanologico-Laboratorio Internazionale di riferimento anche per il progetto EPOS finanziato dalla comunità europea. Ciò in quanto, l’Osservatorio di Pizzi Deneri avrebbe potuto rappresentare una delle infrastrutture di eccellenza di EPOS “European Plate Observing System”, progetto coordinato dall’Ingv e inserito nel settore “Ambiente” della roadmap ESFRI (European Strategy Forum for Research Infrastructures), che definisce il fabbisogno di infrastrutture internazionali di ricerca per i prossimi due decenni.
Nell’agosto del 2007 era scaduto il termine contrattuale (ventinove anni), previsto nell’atto del 21 luglio 1978 con cui veniva costituito a favore del CNR il diritto di superficie sopra il terreno in oggetto, comportando il trasferimento al Comune di Linguaglossa della proprietà dell’immobile).
Purtroppo, per tutta la durata del contratto, tantomeno alla sua scadenza, né il Cnr né l’Ingv avevano mai esercitato l’opzione all’acquisto del terreno, la cui clausola era stata prevista nel contratto di cessione del diritto.
La Direzione dell’Igv-OE nella persona del dottor Domenico Patanè, accertato che l’Osservatorio non risultava più nella disponibilità dell’Ingv e vista la necessità per lo stesso Ingv di pervenire ad una soluzione in modo da poter procedere rapidamente ai lavori di ristrutturazione, secondo quanto previsto nel progetto VULCAMED, dopo oltre un anno di intermediazioni con l’Amministrazione del Comune di Linguaglossa riusciva a ottenere il nuovo atto di usufrutto a titolo gratuito ventinovennale, ratificato in data 24 gennaio 2014 dal Presidente dell’Ingv.
All’inizio di febbraio 2014, dopo aver ottenuto l’usufrutto dal Comune, il dottor Patanè ha inoltrato alla nuova Direzione (dottor Eugenio Privitera) e all’Amministrazione dell’Ingv OE la richiesta urgente di avviare le procedure per la progettazione e la conseguente esecuzione delle opere di ristrutturazione.
Alcuni giorni dopo è stato pubblicato l’avviso di manifestazione di interesse per l’affidamento della progettazione esecutiva ai professionisti selezionati.
All’inizio di aprile, la Direzione dell’OE manifestava la volontà di non procedere più alla ristrutturazione dell’Osservatorio, evidenziando la mancanza di tempo utile ad eseguire i lavori di ristrutturazione per la scadenza del termine ultimo del progetto e cioè fine anno 2014, successivamente spostata a maggio 2015.
Nel maggio 2014, previo accordo della Direzione con i vertici dell’Ingv e il Responsabile del Progetto viene inoltrata al Miur una richiesta di rimodulazione del progetto e la quasi totalità delle somme destinate alla ristrutturazione dell’Osservatorio di Pizzi Deneri, € 969.716,4, vengono destinate ad altre voci di spesa e in gran parte devolute alla Sezione di Palermo dell’Ingv per acquisto di attrezzature.
La rimodulazione, per quanto a nostra conoscenza, prevedeva comunque la realizzazione di diverse opere per le quali non era necessaria alcuna autorizzazione, come ad esempio la costolatura e il rivestimento in rame delle cupole, la loro perimetrazione esterna in muratura in pietra lavica, l’isolamento termico degli interni e pitturazioni, ril isanamento conservativo, l'impermeabilizzazione tettoie dei tunnel et similia.
Oggi si sta procedendo con fondi ordinari della Sezione di Catania a impermeabilizzare le cupole e a realizzare gli spazi da destinare al Comune di Linguaglossa, spazi chiesti come contropartita per la concessione all’Ingv che, qualcuno si ostina a definire a titolo gratuito.
Chissà se in futuro lo stesso Comune non obbligherà l’Ingv a tenere in perfetta efficienza gli spazi ad esso destinati, comportando ulteriori aggravi di spesa per un ente che per mancanza di liquidità non riesce a mettere a norma le proprie strutture strategiche.
L’immobile presso cui ha sede la Sezione di Catania dell’Ingv, che ospita una sala operativa sismica e vulcanologica, a tutt’oggi, infatti, non è conforme a quanto richiesto dalla normativa antisismica.
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Coordinatore nazionale Usi-Ricerca/Ingv