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Redazione
Bestiario giuridico di Giuseppe D’Alessandro (Angelo Colla Ed., pp. 151, euro 9,90) è un libro, fresco di stampa, che raccoglie “leggi che fanno ridere e sentenze che fanno piangere dal ridere”.
di Antonio Del Gatto
La sentenza n. 1699/2011 della Corte di Cassazione è destinata a lasciare il segno nel rapporto di lavoro subordinato e, in particolare, in materia di ferie. Se è vero - ha precisato la Corte - che per il lavoratore quello alle ferie è un diritto irrinunciabile, è altrettanto vero che durante tutto il periodo di riposo “ogni lavoratore subordinato deve tenere comunque una condotta che non si riveli lesiva dell'interesse del datore di lavoro alla effettiva esecuzione della prestazione lavorativa”.
di Adriana Spera
La manovra appena varata è iniqua, recessiva e antidemocratica perché con la privatizzazione di molti servizi pubblici capovolge gli esiti dei recenti referendum.
Redazione
La Funzione Pubblica, con circolare n. 9 del 30 giugno, dà chiarimenti in materia di part time, siccome disciplinata dalla legge 183/2010.
di Antonio Del Gatto
Con sentenza n. 10936/2011, depositata il 18 maggio scorso, la Corte di Cassazione è intervenuta sulla annosa problematica dei cosiddetti benefici “combattentistici”.
Redazione
Il blocco delle progressioni economiche e di livello, nonché delle fasce stipendiali, per il personale della pubblica amministrazione, compresi gli enti di ricerca, deciso dal governo con il decreto n. 78/2010, comincia a mostrare crepe.
La circolare del ministero dell’Economia, diffusa il 16 giugno scorso, anziché fare chiarezza ha aumentato l’incertezza.
E’ ormai acclarato che il blocco è solo economico e non giuridico, con la conseguenza che le procedure selettive dovranno essere comunque effettuate, con il contestuale obbligo, però, di versare da subito i contributi previdenziali anche sugli incrementi retributivi bloccati.
Una circostanza questa che fino a oggi non sembra esser stata presa in considerazione dagli enti interessati.
di Adriana Spera
Con la manovra correttiva varata nei giorni scorsi dal Governo e il decreto sviluppo approvato dal Parlamento si è persa l'ultima occasione per far ripartire l'economia italiana, agganciare la ripresa, che vede in testa paesi come Germania e Polonia, e ridistribuire risorse ai meno abbienti.
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