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Tra Natale e Capodanno, l’Ufficio Studi della Cgia (Associazione Artigiani e Piccole Imprese) di Mestre, ha sfondato sui media con un’analisi sulla variazione dei prezzi delle tariffe nell’ultimo triennio.
Redazione
Tra Natale e Capodanno, l’Ufficio Studi della Cgia (Associazione Artigiani e Piccole Imprese) di Mestre, ha sfondato sui media con un’analisi sulla variazione dei prezzi delle tariffe nell’ultimo triennio.
di Adriana Spera
Ministero della Funzione pubblica e amministrazioni hanno deciso di forzare la mano, senza attendere la stipula dei nuovi contratti collettivi nazionali (differiti per legge al 2014) per applicare la scandalosa norma prevista dall’art. 19 del decreto (c.d. Brunetta) n. 150 del 2009.
di Maria Valli
Da uno studio effettuato da Krls Network of Business Ethics per conto dell'Associazione Contribuenti Italiani emerge che l'Italia (54,5% del reddito non dichiarato) ha il tasso di evasione fiscale più alto in Europa, seguita da Romania (42,4%), Bulgaria (39,8%), Estonia (38,2%), Slovacchia (35,4%).
Redazione
Dopo l’articolo di Paolo Vita del Foglietto, dal titolo “La ricerca del Cnr? Solo se interessa la Regione Toscana”, si registra oggi la presa di posizione dei lavoratori dell’Istituto di Fisiologia Clinica di Pisa (Ifc), che con una lettera, inviata ieri ai vertici del Cnr, al presidente della Regione Toscana e al direttore generale della Fondazione Toscana Gabriele Monasterio (FTGM), contestano con forza il contenuto delle bozze di nuovo statuto di FTGM e della convenzione tra la stessa Fondazione e l’ente presieduto da Luciano Maiani.
di Paolo Vita
La Regione Toscana e il Cnr mettono la parola fine alla ricerca libera dell’Istituto di Fisiologia Clinica di Pisa subordinando l’attività di studio ai soli casi che interessano il Servizio Sanitario Regionale.
Redazione
A piazzale Aldo Moro, quartier generale del più grosso ente di ricerca del Paese, sta andando in scena l’ennesima rappresentazione di mala burocrazia, che sta mettendo a dura prova la pazienza di centinaia di ricercatori precari.
Redazione
Si fanno più insistenti le voci di difficoltà che starebbero caratterizzando l’espletamento dei concorsi banditi dal Cnr per la copertura di 495 posti di ricercatore di III livello, previsti e finanziati dalla legge n. 129/2008 (c.d. legge Mussi).
di Roberto Badel
La concezione, di tradizione illuminista, di un'economia fondata sulla ricerca della comune felicità diventerà presto incompatibile con la natura intrinseca del capitalismo (la contraddizione tra produzione sociale e appropriazione privata della ricchezza), sempre più palesatasi fino ad arrivare alle sue odierne forme esasperate.
La scienza economica sarà così epurata da un contenuto presente alla sua nascita in un importante filone di ricerca. Ma è utile risalire al pensiero degli autori del passato?
Schumpeter affermava che i vantaggi "possono essere indicati in tre punti: vantaggi pedagogici, nuove idee, e cognizioni sui procedimenti della mente umana", e aggiungeva che "la mente di un uomo deve essere ben ottusa, se, volgendosi indietro oltre il lavoro del suo tempo […] non sente allargare il proprio orizzonte" (op. cit.).
Individuare il contesto storico in cui ha origine un pensiero consente di comprendere la reale portata di proposte che, oggi, in mancanza di un mutamento di indirizzo del modo di produzione esistente, palesano la loro appartenenza all'ambito della propaganda ideologica.
Così l'attuale recupero dell'idea di felicità in economia sembra dettato più che altro dall'esigenza di fornire sostegno al traballante consenso delle oligarchie dominanti.
Niente a che vedere con l'indirizzo di economia del benessere privilegiato dagli autori del '700, per i quali parlare di felicità aveva il senso di porre l'attenzione sul problema della distribuzione della ricchezza.
Giammaria Ortes, ad esempio, puntava il dito sul problema, tra l'altro attuale, delle eccessive differenze di retribuzione dei lavori: "mentre in natura un uomo, per capacità di mente, può superare un suo simile anche di dieci volte, le occupazioni esercitate dagli uni soglion poi superar per riputazione le esercitate da altri talvolta del centuplo e del milluplo, e valutarsi con una simile differenza di ricchezze e di beni" (Alcune lettere dall'autore dell'Economia nazionale scritte a diverse persone in proposito di detto suo libro, 1778).
Tra le situazioni di infelicità di un'epoca in cui era predominante il settore agricolo, Giambattista Vasco individuava quella dei "coltivatori delle terre altrui", "sicuramente i più infelici" in quanto "l'incertezza di trovare lavoro (poiché ciò dipende sempre dai possessori dei fondi )…una malattia che sopravvenga, una disgrazia di qualunque genere, basta per ridurre il contadino mercenario all'ultima miseria" (La felicità pubblica considerata nei coltivatori di terre proprie, 1769).
Lo stesso destino odierno, in un assetto produttivo diverso, dei lavoratori precari.
La predilezione per la piccola proprietà era molto diffusa nel '700, e la sua finalità era anche quella di rimettere in circolazione le terre immobilizzate dai vincoli feudali, insomma il capitale inattivo.
Il pensiero economico italiano, in un'epoca tra l'altro afflitta dalla piaga del pauperismo, era dunque imperniato su analisi che coniugavano le proposte di sviluppo economico con quelle indirizzate ad accrescere la "pubblica felicità".
Oggi, con la completa sussunzione dell'industria alla finanza, è il capitale finanziario che decide cosa e dove produrre in base alle sue esigenze di valorizzazione, e quindi indipendentemente dai reali bisogni dell'umanità.
E, in tale contesto, anche l'economia politica degrada al rango di supporto ideologico agli interessi dominanti.
2 - fine (puntata precedente sul n. 41)
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Il Dipartimento della Funzione Pubblica, con circolare n. 13 del 6 dicembre 2010, fornisce indicazioni di carattere generale omogenee per il settore pubblico e privato, relativamente alle modifiche alla disciplina in materia di permessi per l'assistenza alle persone con disabilità, dovute all'introduzione dell'articolo 24, della L. 4 novembre 2010, n. 183.
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