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- di Redazione
Secondo i dati della Ragioneria Generale dello Stato messi a disposizione dall'Aran, gli enti pubblici di ricerca nel 2014 potevano contare su 24.870 occupati, di cui più di 4 mila a tempo determinato (16%).
Secondo i dati della Ragioneria Generale dello Stato messi a disposizione dall'Aran, gli enti pubblici di ricerca nel 2014 potevano contare su 24.870 occupati, di cui più di 4 mila a tempo determinato (16%).
E così alla fine non aveva torto chi, quasi tre anni fa, preconizzava che le banche centrali rischiavano di rimetterci le penne a furia di spingere sul pedale dell’allentamento monetario. Laddove rimetterci le penne, per le banche centrali, non significa fallire, visto che queste entità non possono portare i libri in tribunale, ma peggio. Significa perdere la loro credibilità. E quindi venire percepite come non risolutive, se non addirittura dannose. Con la conseguenza che i poteri pubblici, ai quali le banche centrali si iscrivono di diritto e di fatto, rischiano di perdere la loro arma migliore, per non dire l’unica che finora è stata utilizzata, in difetto della volontà di utilizzarne altre, che sarebbero troppo dolorose anche solo da confessare.
L’ammaestramento più efficace dell’educazione americana – quello dell’indebitamento compulsivo – trova il suo esito più logico nell’andamento del debito studentesco, che non solo cresce senza sosta, ma esibisce tassi d’insolvenza che avrebbero fatto arrossire i vecchi mutuatari subprime. Quasi che la debt jungens statunitense si avvii a incarnare la nuova categoria di coloro i quali saranno chiamati a portare sul capo la colpa del prossimo caos finanziario. Caos generazionale stavolta, come peraltro è logico che debba essere, visto che potremmo raccontare la crisi del nostro tempo come lo scontro di due diversi modelli sociali che trovano nella demografia – e quindi nelle generazioni – la linea di faglia e di confine, con la prima di queste generazioni provvista di tutto, e quindi prodiga del superfluo, e la seconda al contrario provvista solo del proprio diritto/dovere a farsene carico.
I risultati di tre ricerche made in Italy sono destinate a migliorare la qualità della vita di milioni di ipotiroidei, che la mattina hanno un risveglio non proprio sereno, dovendo fare i conti con un farmaco, la levotiroxina in compresse, la cui assunzione comporta delle restrizioni, che d’ora in poi saranno superate grazie alla levotiroxina liquida, che si potrà assumere assieme alla colazione.
Di lampi, tuoni e fulmini, sotto forma di ricorsi vinti contro il Miur dai candidati all’abilitazione scientifica nazionale (ASN), abbiamo già detto sul Foglietto le scorse settimane; della pioggia, sotto forma della auspicata, e per noi inevitabile, nuova disciplina dell’ASN, veniamo qui a dire ora che finalmente è stata licenziata dal governo lo scorso 3 marzo.
Nel corso di un’audizione parlamentare, il Direttore Generale per l’inclusione e i diritti sociali e la responsabilità sociale delle imprese del Ministero del lavoro, salute e politiche sociali, Raffaele Tangorra, ha illustrato i risultati preliminari per il 2015 dell’andamento della riforma dell’Isee, con riferimento al Diritto allo studio universitario (Dsu).
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