E così alla fine non aveva torto chi, quasi tre anni fa, preconizzava che le banche centrali rischiavano di rimetterci le penne a furia di spingere sul pedale dell’allentamento monetario. Laddove rimetterci le penne, per le banche centrali, non significa fallire, visto che queste entità non possono portare i libri in tribunale, ma peggio. Significa perdere la loro credibilità. E quindi venire percepite come non risolutive, se non addirittura dannose. Con la conseguenza che i poteri pubblici, ai quali le banche centrali si iscrivono di diritto e di fatto, rischiano di perdere la loro arma migliore, per non dire l’unica che finora è stata utilizzata, in difetto della volontà di utilizzarne altre, che sarebbero troppo dolorose anche solo da confessare.