Fra le mille storie che potrebbero raccontarci come e perché siano mutate così profondamente le nostre società, ce ne sono alcune particolarmente istruttive perché sommarizzano meglio di altre lo spirito che ha animato le cronache dei decenni successivi al secondo dopoguerra, levatrici delle società che abitiamo oggi. Ossia società svogliate, perché vecchie e sazie, che venerano pressoché esclusivamente la religione dell’individuo, iperconnesso ma solo, che si circonda di beni materiali, ormai peraltro sempre più virtualizzati. Quindi, malate di economicismo e vagamente tendenti alla depressione.