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- di Redazione
Pochi lo sanno, ma tra l’Istat e Postel spa è in atto una guerra a colpi di carta bollata.
Nel suo ormai celebre intervento all’incontro “Il futuro della ricerca. Cnr e Università insieme per l’innovazione”, svoltosi presso l’ateneo di Catania l’8 aprile scorso, il neo presidente del Cnr, Massimo Inguscio, oltre a qualche, tanto ironico quanto inequivocabile, “Vade retro Satana”, richiamato per dire che il danaro non è lo sterco del diavolo e va usato, ha affermato testualmente ”guai a chi parla dell’etica superiore di tutti perché questo era Robespierre”, dato che “il dovere nostro è di fare andare avanti l’Italia. Quindi di fare sinergie, mettere insieme le forze. Dico bene? Mh! Senza pensare a … principi etici”. Del resto, sono sempre parole di Inguscio, “il Cnr non è il calderone … è come la Chiesa cattolica, dove c’hai Papa Francesco e c’hai il Cardinale Bertone”.
Il 20 aprile scorso, otto senatori del Movimento 5 Stelle (primo firmatario, Nicola Morra) hanno formalizzato la presentazione in Commissione 7^ Istruzione pubblica, beni culturali, ricerca scientifica, spettacolo e sport di Palazzo Madama di una interrogazione a risposta orale, contenente una richiesta di chiarimenti sulle ragioni che hanno portato la ministra Stefania Giannini a nominare il professor Massimo Inguscio alla presidenza del Consiglio nazionale delle ricerche, nonostante altri candidati avessero ottenuto punteggi complessivi più elevati da parte del Comitato di selezione.
L'iniziativa dei senatori sdel M5S è stata citata in un articolo apparso ieri sul Fatto Quotidiano.it.
Di seguito, il testo integrale dell’atto di sindacato ispettivo presentato dai senatori del Movimento 5 Stelle.
Il contenuto verbale n. 4 del cda dell’Ingv del 15 marzo 2016, nella parte in cui conteneva contestazioni nei confronti dell’operato del direttore generale, non poteva restare senza seguito, anche se la versione inviata al personale dell’ente abbondava di “omissis”, come sottolineato in un nostro articolo del 7 aprile, dal titolo “All’Ingv, in attesa del nuovo presidente, il cda sfiducia il dg a colpi di omissis”.
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