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- di Sara Sesti

Domenica scorsa all’assemblea nazionale del Pd che ha incoronato segretario Enrico Letta ci sono stati due discorsi. Uno della Presidente del partito Valentina Cuppi e l’altro del segretario in pectore. I mass media naturalmente si sono occupati esclusivamente di quello, molto più lungo, di Letta, tralasciando quello Valentina.
Dalla Federazione Giovanile Comunista (FGC) di Cosenza arriva un forte grido d’allarme: con la pandemia, di fatto, i giovani delle classi popolari vengono sempre esclusi dall’istruzione. Oggi, in alcuni luoghi simbolo della città sono stati affissi cartelli per raccontare, ad un anno dallo scoppio della pandemia e dalla chiusura forzata delle scuole, la drammatica situazione di migliaia di studenti.
“100 anni fa nasceva Gianni Agnelli, l’uomo, l’Avvocato, che ha contribuito a portare l’Italia nel mondo moderno. Il suo sguardo, la visione, la curiosità, il coraggio e la capacità imprenditoriale restano un esempio, un modello”. Francamente, se non fosse stato per questo imbarazzante twitter di Valeria Fedeli, non rimpianta ministra dell’Istruzione, ex dirigente nazionale della Cgil e senatrice del PD e, non per caso, oggi nel board della Fondazione Agnelli, non mi sarei neanche accorto del centenario della nascita dell’avvocato che, ironia della sorte, coincise con quella del Pci. E’ una ricorrenza che, comprensibilmente, sarà celebrata dal e nel suo mondo con inni e ditirambi, che di solito si addicono ai maggiordomi di una dinastia ma poco a un giudizio equanime su una persona che certamente rappresentò il vertice del capitalismo industriale italiano e la sua borghesia.
Ipazia, filosofa, matematica e astronoma, era istruita, saggia, bella e rifiutava il matrimonio. Guidava la Scuola neoplatonica di Alessandria d’Egitto, parlava in pubblico e osava insegnare un sapere che teneva separata la scienza dalla religione. Per questi motivi, l’8 marzo 415 d.C. fu assassinata atrocemente e il suo corpo fatto a brandelli.
Non si fa che parlare dei 209 miliardi in arrivo dall’Europa, ma pochi ricordano che, di quelli, oltre 120 andranno a sommarsi all’enorme debito italiano e andranno restituiti. Proprio per questo, vanno spesi bene e non devoluti ai soliti noti, perché si tratta dell’ultimo treno per uscire dalla flessione continua che investe la nostra economia da oltre trent’anni.
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