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- di Sara Sesti
Il 2 marzo 2008 ci ha lasciato Agnese Piccirillo, in arte Seranis, fisica, scrittrice e femminista storica torinese. La ricordo con un frammento dal suo bel libro Il filo di un discorso, Eura Press, Milano, 1997.
La mappatura del cielo di fine Ottocento fu possibile grazie ai miglioramenti della tecnica fotografica e all’uso delle lastre ad emulsione in gelatina, che rivoluzionarono il processo di realizzazione delle carte celesti. La classificazione delle stelle, oggi facilitata dai calcolatori, fu portata a termine da équipe di solo donne, impegnate a misurare e calcolare le distanze tra le stelle, con pazienza, minuziosità, impegno e tenacia. Qualità che venivano considerate “femminili per natura”.
Come di consueto l’Ocse, nel suo ultimo interim report, torna a ricordarci che la crescita economica non è solo una questione che si possa risolvere abbassando i tassi di interesse o spingendo sul pedale della spesa pubblica. Anche perché poi, e lo vediamo ai giorni nostri, certe politiche – chiamiamole genericamente incentrate sul lato della domanda – finiscono col mostrare i loro costi che si scoprono sostenibili a fatica.
Chiamata da molti la “poetessa del codice”, Joy Buolamwini (1989) è ricercatrice in computer science e pioniera nello studio dei “bias algoritmici” nei sistemi di riconoscimento facciale, cioè degli errori dovuti da assunzioni errate nel processo di apprendimento automatico dei computer.
Il nuovo anno regala al Corno d’Africa, luogo parecchio complicato, non solo le tensioni derivanti dagli attacchi degli houthi yemeniti, che fanno temere per il futuro dei commerci nell’area del Mar Rosso, ma anche un accordo fra Etiopia e Somaliland, stato auto-proclamato indipendente dagli anni ’90 ma non riconosciuto (finora) da nessuno, per l’utilizzo per un cinquantennio di una porzione di costa adiacente al porto nord-somalo di Berbera.
I dati dell'associazione "Ossigeno per l'Informazione", sostenuta da Stampa Romana, non sono affatto incoraggianti. A dicembre 2023, il Contatore di Ossigeno per l'Informazione ha superato quota settemila giornalisti minacciati a partire dal 2006: di questi, ben 500 sono stati conteggiati esclusivamente nel corso del 2023. Il 24% sono donne, con una percentuale del 10% causato da minacce di genere. E' dunque un fatto che "l’Italia sia il paese con più giornalisti minacciati", secondo gli elementi raccolti e verificati da Ossigeno, con numeri che non hanno paragone in altri paesi. Insomma "un grande problema irrisolto, che meriterebbe molta più attenzione e adeguate soluzioni".
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