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- di Flavia Scotti
Sono legittime e non giustificano il licenziamento le mail contro il datore di lavoro se il dipendente non usa termini offensivi.
Sono legittime e non giustificano il licenziamento le mail contro il datore di lavoro se il dipendente non usa termini offensivi.
Il datore che costringe all’inattività il dipendente è condannato a risarcire il danno alla professionalità del prestatore.
Avendo la vicenda assunto contorni di carattere penale, un concorso per ricercatore universitario presso l’ateneo bolognese (i fatti risalgono al 2008), dopo essere stato impugnato davanti al Tar, è finito sotto la lente della Corte di Cassazione che, decidendolo con sentenza n.20815/2018, ha accertato la commissione del reato di falso ideologico in atto pubblico per avere i commissari sospesa l’audizione di uno dei concorrenti senza darne conto nel verbale e con la chiara intenzione di favorirne la vittoria, così violando la par condicio tra i partecipanti alla selezione.
Al calciatore che riporta danni permanenti durante una partita amichevole non spetta il risarcimento dei danni se il fallo non trasmoda in condotta esorbitante rispetto al contesto. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, Sez. III civile, con sentenza n.11270/2018 del 10 maggio scorso, che ha confermato le precedenti decisioni del giudice di prime cure e della Corte d’appello di Genova.
Il Tar del Lazio, con sentenza n. 4770/2018, pubblicata il 2 maggio scorso, ha stabilito che l'mministrazione, prima di procedere a bandire - in attuazione di disposizioni legislative - concorsi riservati, deve disporre lo scorrimento delle graduatorie (ancora in vigore) di candidati risultati idonei nell’area professionale per la quale si vuole procedere con la nuova selezione, seppure riservata.
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