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- di Redazione
di Adriana Spera
Il Cnr sembra proprio non volerci stare ad attenersi a quello che ormai è uno ius receptum, ovvero a far scorrere una precedente graduatoria ancora valida anziché bandire un nuovo concorso.
di Adriana Spera
Il Cnr sembra proprio non volerci stare ad attenersi a quello che ormai è uno ius receptum, ovvero a far scorrere una precedente graduatoria ancora valida anziché bandire un nuovo concorso.
di Maurizio Sgroi*
Terra di terme, suadenti declivi montuosi e fortunati casinò, la dolce Slovenia, una volta ricca, sente il crescente rimbombo dei tamburi dei creditori farsi spazio verso la Lubiana.
di Maurizio Sgroi*
C’è, nel pendolo della Storia, una rassicurante prevedibilità che però non deve ingannare. L’isocronìa dei movimenti, pure al variare di certe condizioni, poco ci dice su ciò che può accadere ogni volta nel periodo di riferimento. Sappiamo solo che, a un certo punto, il pendolo torna indietro: regolarmente.
di Roberto Tomei
Quello del merito è quasi un problema eterno del nostro paese, se già Dante Alighieri nel Paradiso scriveva “Ma nel commemsurar d’i nostri gaggi col merto è parte di nostra letizia, perché non li vedem minor né maggi”.
di Adriana Spera
Con una lunga e articolata lettera, supportata da diversi allegati [1 – 2 – 3 - 4], dieci ricercatori dell’Istituto di tecnologie avanzate per l'energia del Consiglio nazionale delle ricerche, con sede a Messina, si sono rivolti nei giorni scorsi al ministro Carrozza per contestare l’operato della commissione per l’abilitazione scientifica nazionale nel settore 09/C1 2 “Macchine e sistemi per l’energia e l’ambiente”, che li ha considerati tutti non idonei.
di Maurizio Sgroi*
Vecchia, ricca e solitaria. Benestante e malvivente, si potrebbe dire. Così mi sono figurato la nostra povera (ricca) Italia, dopo aver scorso con un crescente senso di tristezza le 142 pagine dell’ultimo Rapporto Bankitalia sulla ricchezza delle famiglie italiane.
di Adriana Spera
Il Dipartimento della Funzione Pubblica, con un parere reso lo scorso 31 gennaio a un ente locale, ha fornito la propria interpretazione in merito alla disposizione contenuta nell'art. 2, comma 4, del d.l. n. 101 del 2013, convertito in l. n. 125 del 2013, che prevede: "L'art. 24, comma 3, primo periodo, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito in legge 22 dicembre 2011, n. 214, si interpreta nel senso che il conseguimento da parte di un lavoratore dipendente delle pubbliche amministrazioni di un qualsiasi diritto a pensione entro il 31 dicembre 2011 comporta obbligatoriamente l'applicazione del regime di accesso e delle decorrenze previgente rispetto all'entrata in vigore del predetto articolo 24".
di Roberto Tomei
Era il 6 febbraio del 2007 quando, insieme ad altre agenzie giornalistiche, l’Ansa scriveva: “E' una vera e propria radiografia, dall'esito tutt'altro che positivo, dell'ultimo concorso fatto dal Cnr, il Libro bianco preparato dal sindacato Usi-Ricerca. Dal documento emergono, secondo quanto hanno spiegato i sindacalisti, irregolarità e anomalie nelle valutazioni, oltre a casi definiti ‘eclatanti’ di favoritismi. ‘Il primo dato sconcertante - ha spiegato in una conferenza stampa Rocco Tritto, che ha coordinato lo studio - è che a valutare gli scienziati italiani bastano 10 secondi. E' questo - ha sottolineato - il risultato della semplice divisione fra il tempo totale impiegato dalle commissioni e il numero degli atti da valutare presentati dai candidati’. Il concorso a cui si riferisce lo studio è quello, indetto nel 2002 ma portato a termine solo l'anno scorso, per l'avanzamento di carriera dei ricercatori cosiddetti anomali, con più di 12 anni di anzianità ma 'fermati' dai blocchi dei concorsi. A giudicare i 2345 candidati sono state 62 commissioni, suddivise per aree scientifiche, formate da docenti universitari esterni al Cnr minati dal presidente dell'Ente”.
La replica del più grosso ente di ricerca del paese non si fece attendere. Lasciando ai lettori ogni commento, ci piace riportarne integralmente il testo:
“(ANSA) - ROMA, 6 feb - Il Cnr ha risposto con una nota alla pubblicazione da parte dell'Usi di un Libro bianco relativo a presunte irregolarità nell'ultimo concorso per i ricercatori dell'Ente. ‘Con riferimento ai dati diffusi dall'Usi - si legge nel documento - relativamente ai concorsi di avanzamento di ricercatori e tecnologi ultimati presso il Cnr lo scorso anno, dovuti ai sensi del ccnl sottoscritto nel 2002, si fa presente che a fronte di 2345 candidati, i ricorsi presentati ad oggi risultano 119. Per questi ultimi non è stata pronunciata alcuna sentenza di accoglimento nel merito’. ‘Le Commissioni - conclude la nota sono state sovrane nell'esprimere il proprio giudizio tecnico scientifico, nell'ambito dei criteri generali fissati dai bandi, peraltro preventivamente sottoposti ai tavoli di concertazione con le organizzazioni sindacali così come previsto dal ccnl 1998 - 2001'.”
Da allora, sono passati otto anni, durante i quali, oltre a innumerevoli ricorsi al Tar (la stragrande maggioranza dei quali ancora in attesa di essere discussi), passando addirittura dalle Sezioni Unite della Cassazione, sono state promosse nuove iniziative: dall’invio all’inizio del 2008 del documento all’allora commissario europeo alla ricerca, Janez Potocnik - che, nel dare tempestivo riscontro alla missiva, prendeva “atto della valutazione negativa delle modalità di espletamento delle procedure selettive” al Cnr - fino alla illustrazione del Libro alla stampa estera.
Iniziative condotte solitariamente da Usi-Ricerca, rispetto alle quali il silenzio dei media nazionali è stato a dir poco assordante. Fatto di una gravità inaudita, ove si consideri che, per quanto detto, i predetti media non potevano non sapere.
Oggi la storia delle storture nei concorsi della ricerca si sta ripetendo nelle selezioni per le abilitazioni universitarie.
L’eco delle iniziative parlamentari, soprattutto a opera del sen. Corsini, di cui Il Foglietto ha dato notizia sia il 28 gennaio che il 4 febbraio scorsi, sembra aver raggiunto anche la grande stampa, in particolare Il Corriere della Sera, che il 6 febbraio ha finalmente “scoperto” una della più clamorose anomalie del sistema ovvero l’assoluta, se non risibile, esiguità del tempo, verbali alla mano, impiegato dalle commissioni per valutare i singoli candidati.
Eppure, da anni la giustizia amministrativa sul punto non poteva essere più perspicua, laddove ha affermato (cfr. Cons. St. – Sez. VI – sent. 12 luglio 2006 n. 4405) che le operazioni di scrutinio non sono da ritenersi attendibili quando il tempo impiegato per la valutazione dei titoli e l’assegnazione dei punteggi risulta essere palesemente insufficiente, per modo che si possa agevolmente dubitare della dovuta ponderazione impiegata per lo svolgimento delle operazioni stesse.
Segno inequivocabile che oggi non ci troviamo di fronte a una novità ma a un malcostume che, nell’indifferenza generale, si perpetua e che nessuno, ma proprio nessuno, intende veramente stroncare, nonostante le ipocrite dichiarazioni di circostanza.
di Maurizio Sgroi*
La versione aggiornata del mitico dividendo dell’euro è il boom del mercato immobiliare registrato nei primi nove mesi del 2013 in Estonia e in Lettonia, dal 2014 entrata nella casa monetaria comune. Boom ansiogeno quanto mai, visto che i tre paesi baltici hanno alle spalle una recente crisi dell’immobiliare, che gareggia con quella spagnola, mentre adesso sembra tornato in auge il mattone.
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