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- di Roberto Tomei
Capitalismo senza futuro, di Emanuele Severino, Editore Rizzoli, pp.206, euro 19,00.
Recensione di Roberto Tomei
Il libro appena giunto in libreria di Emanuele Severino costituisce l'ultimo sviluppo del pensiero del filosofo bresciano, che ormai da circa quarant'anni analizza le trasformazioni del mondo occidentale.
Qui, in particolare, sono approfonditi e spiegati i motivi del tramonto della politica e del capitalismo, un tramonto che si inscrive in quello più generale dell'intera tradizione occidentale, che vede il declino anche del cristianesimo.
Tutte queste forze che intendevano "servirsi" della tecnica per realizzare i propri scopi, sono state viceversa da questa soppiantate, onde il dato saliente di quanto si va compiendo sotto i nostri occhi va identificato appunto non nella globalizzazione economica ma nella globalizzazione della tecnica.
Tramonto del capitalismo non significa tuttavia necessariamente la scomparsa del profitto privato ma la scomparsa della volontà che tale profitto sia lo scopo delle diverse, se non di tutte, le società del pianeta.
Per Severino, sta trionfando il carattere radicale della "destinazione della tecnica al dominio del mondo": l'intero apparato tecnico del pianeta da mezzo che era è diventato esso stesso il fine, quale supremo inveramento o realizzazione dell'esser uomo, anche se contestualmente tale apparato conduce inevitabilmente a un deperimento dell'esser uomo.
Senza darci indicazioni di sorta, Severino ci mostra così la direzione del corso storico, avvertendoci che la destinazione della tecnica al dominio altro non è che l'effetto dell'impulso originario dell'occidente. Impulso che per il Nostro coincide con la "Malattia mortale", onde il trionfo della tecnica è da intendere come il trionfo della forma più coerente di tale" Malattia". (Roberto Tomei)