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- di Sonia Topazio
Dopo il federalismo sanitario, si auspicava che, per gli anni futuri, ci fosse un recupero di efficienza del settore.
Dopo il federalismo sanitario, si auspicava che, per gli anni futuri, ci fosse un recupero di efficienza del settore.
Nel 2015, si stanno verificando in Italia troppi decessi. A lanciare l’allarme dalle colonne di Neodemos è stato il professor Gian Carlo Blangiardo dell’università Bicocca di Milano.
Sempre attento e sensibile alle problematiche sociali, alcuni giorni fa, in occasione dell’udienza ai gruppi del progetto Policoro, istituito dalla Cei venti anni fa per promuovere l’occupazione giovanile, Papa Francesco è tornato sul tema del lavoro, affermando, tra l’altro, che esso dovrebbe essere un diritto di tutti, perché il lavoro è dignità, che è propria di ciascuno e di tutti e va sempre tutelata.
La grave crisi economica iniziata nella seconda metà dello scorso decennio sembra ormai superata ed è possibile tracciare un primo bilancio delle perdite sui redditi delle famiglie.
Docenti e ricercatori universitari proprio non ci stanno ad accettare il provvedimento del governo, inserito nella legge di stabilità, già approvata dal Senato e ora all’esame della Camera, che “sblocca” dal prossimo 1° gennaio le procedure - congelate dal 2011 - per ottenere gli scatti stipendiali, senza però alcun riconoscimento giuridico per il pregresso.
Da alcuni anni, con intensità crescente, l’Europa è invasa dagli immigrati, disposti a usare tutti i mezzi pur di raggiungere le nostre coste o quelle greche, ma anche altre destinazioni, assicurandosi in qualche modo lo sbarco nel vecchio continente.
Nei giorni scorsi l'Istat ha reso noti i numeri dell'economia sommersa e illegale che, per motivi di comparabilità internazionale, dalla metà degli anni '80 è una componente non trascurabile del Pil.
Anche se per il 17 dicembre prossimo è fissata nella sede dell'Aran, in via del Corso a Roma, una riunione tra l'Agenzia e le confederazioni sindacali, appare molto improbabile che per quella data venga raggiunto un accordo per la riduzione (da 11 a 4) del comparti di contrattazione, siccome previsto dal decreto legislativo n. 150 del 2009.
È uno strano anno quello che si va a chiudere, un anno di cambiamenti che potrebbero essere epocali, di cambiamenti che lasciano presagire, se non v'è alcuna inversione, un futuro ben poco allegro, un salto indietro nel tempo ad epoche davvero buie.
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