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- di Maurizio Sgroi
I volenterosi economisti del Fondo monetario internazionale (Fmi), che si sono impegnati ad analizzare un nuovo set di dati, ci comunicano un’informazione che i più attenti avevano fiutato nell’aria già da tempo: comprare casa diventa sempre più difficile, un po’ perché i prezzi aumentano, un po’ perché i redditi non crescono abbastanza. E questa tendenza è alquanto diffusa, visto che gli studiosi hanno preso in esame una quarantina di paesi.

E’ sicuramente scioccante accorgersi che a livello globale il prezzo dell’energia sia all’incirca il doppio di dieci anni fa, dopo aver sfiorato il quadruplo nel 2022. Tanto più se si ricorda che l’indice elaborato da Ocse è riferito al mondo intero, e quindi ci sono state sicuramente aree – per esempio qui da noi – dove gli shock sono stati assai più profondi.
Un recente
L’ultimo bollettino economico di Bankitalia ci ricorda molto opportunamente che l’economia tedesca, che si basa sulla manifattura e le esportazioni, è legata a doppio filo con quella dell’intera eurozona. L’una e l’altra camminano a braccetto.
Un’Europa debole non può che esprimere un’economia debole, suggerisce il buon senso. E il fatto che l’ultimo World Economic Outlook del Fondo monetario internazionale (Fmi) preveda un futuro da fanalino di coda per l’economia europea fa sospettare che per una volta il pubblico e la critica siano d’accordo su una cosa: l’Europa non sta funzionando.
