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- di Rocco Tritto
Con sentenza n. 23295/2023, depositata in data odierna, la Corte di cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso avverso la sentenza della Corte di appello di Firenze n. 21/2020, di conferma della decisione del Tribunale di Arezzo, che aveva ritenuto legittimo il licenziamento per giusta causa adottato dal datore di lavoro nei confronti di un dipendente per aver tenuto nei confronti di una giovane collega “comportamenti consistenti in allusioni verbali e fisiche a sfondo sessuale”, denunciati in due diverse occasioni dalla lavoratrice alla direzione aziendale.